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Intolleranza al lattosio: chi ha paura del latte?

Intolleranza al lattosio: chi ha paura del latte?

intolleranza al lattosio

Ci sono cose nella vita che non hanno senso. Almeno all’apparenza.

Ad esempio, c’è chi durante le feste ad un certo punto sparisce rintanandosi in bagno. Che asociale!

C’è chi quando va con gli amici in pizzeria, ordina di tutto tranne che la pizza. Troppo mainstream?

C’è chi al pranzo della domenica salta le lasagne. Vuole fare la modella?

C’è addirittura chi davanti ad un’offerta di gelato, di cioccolata calda o di Nutella – sissignori, N-u-t-e-l-l-a – la rifiuta. Ripetutamente. No vabbè questa non la commento nemmeno.

Insomma, di gente strana al mondo ce n’è di sicuro e altrettanto sicuramente qualcuno lo conosciamo, tuttavia a volte la spiegazione c’è ed è molto semplice: intolleranza al lattosio.

A prescindere dal tono volutamente leggero con cui ho iniziato questo post, l’intolleranza al lattosio è un vero e proprio problema che, solo in Italia, si stima che affligga quasi 20 milioni di persone, naturalmente con diversi gradi di gravità. Tradotto in soldoni? Guardate la persona alla vostra destra e quella alla vostra sinistra: è possibile che una di loro sia intollerante al lattosio, o che lo siate voi stesse. Una su tre, per l’esattezza.

intolleranza al lattosio

 

Cos’è l’intolleranza al lattosio (spiegata semplice)

Il lattosio è un tipo di zucchero complesso che si trova nel latte e, in diverse concentrazioni, in molti di quei prodotti caseari derivati dal latte, come ad esempio i formaggi (non tutti), la panna e il gelato; per essere digerito, il lattosio necessita di un enzima che si trova nell’intestino tenue, chiamato lattasi, che lo spezza in particelle più semplici e quindi, per l’appunto, facilmente digeribili. Quando il nostro organismo non produce abbastanza lattasi, o non lo produce del tutto, ecco che allora il lattosio non viene digerito correttamente e inizia a fermentare nella parte finale dell’intestino, producendo come conseguenza gas che provocano diversi disturbi intestinali, come crampi, dolori vari, gonfiore e flatulenza.

Da dove deriva l’intolleranza al lattosio?

Ci sono due tipi di intolleranza: permanente transitoria. Quella transitoria è dovuta a malattie o infiammazioni che danneggiano momentaneamente la zona dell’intestino che produce la lattasi, creando quindi uno stato temporaneo di poca tolleranza o intolleranza vera e propria al lattosio; non appena le cause che l’hanno prodotta scompaiono, scompare anche l’intolleranza.

Discorso a parte invece quando si tratta di una condizione permanente: in questo caso il “colpevole” è il nostro DNA che, tra le varie caratteristiche del nostro codice genetico, definisce anche la produzione della lattasi. Il risultato è che questo disturbo ci accompagnerà per tutta la nostra vita.

Intolleranza al lattosio e allergia al latte: è la stessa cosa?

No. Si tratta di due problemi molto diversi, anche se a volte erroneamente si parla dell’una per intendere l’altra. Innanzi tutto, come detto poco sopra l’intolleranza deriva da un problema di digestione del lattosio, che è uno zucchero; l’allergia invece riguarda le proteine del latte.

La cosa più importante però è che l’intolleranza si limita a creare problemi gastro intestinali, più o meno intensi a seconda di quanto lattosio avete ingerito, l’allergia invece si manifesta con una reazione del sistema immunitario e quindi, oltre ai disturbi tipici dell’intolleranza, anche con il vomito, con problemi respiratori e cutanei e, nei casi più gravi, si può arrivare allo shock anafilattico e alla morte.

La differenza è notevole, non trovate? Naturalmente vale per qualunque tipo di intolleranza e allergia: la prima fa stare male ma passa, la seconda invece comporta reazioni fisiche molto più intense e si possono verificare anche conseguenze estreme.

Chi è intollerante al lattosio, quindi, può tollerare – scusate il gioco di parole – prodotti che contengono lattosio con conseguenze fastidiose ma non gravi; chi è allergico invece deve eliminare tutto ciò che contiene le proteine del latte dalla propria dieta, pena conseguenze anche molto pericolose.

intolleranza al lattosio

I sintomi dell’intolleranza al lattosio

Quando il lattosio inizia a fermentare, crea una serie di malesseri che si concentrano soprattutto nella zona gastro intestinale: i sintomi più comuni sono il senso di gonfiore, coliche più o meno intense, emissione di gas corporali, nausea e diarrea… insomma, capito perchè la persona della festa all’inizio di questo post si chiude in bagno?

Ci sono anche altri sintomi che possono comparire, come un senso di stanchezza, mal di testa, capogiri: indubbiamente si tratta di sintomi piuttosto comuni a parecchie patologie, e quindi sorge spontanea la prossima domanda:

Come scoprire se si è intolleranti al lattosio?

Generalmente, se nell’arco di 3 ore dal consumo di latte  e/o formaggi vi compaiono sistematicamente i sintomi di cui sopra, è giusto che vi venga il dubbio.

Tuttavia, per esserne certi bisogna sottoporsi a delle verifiche mediche: l’H2 Breath Test (test del respiro all’idrogeno) e il Test Genetico. Questi test si possono fare in ospedale o comunque negli ambulatori e sarebbe meglio farli entrambi, non in alternativa, perchè i loro risultati possono essere complementari.

Il test del respiro è un po’ lungo e noioso ma non invasivo (praticamente vi fanno respirare in una macchina prima e dopo aver ingerito lattosio) per misurare i livelli di gas derivanti dalla fermentazione. I risultati possono confermare che in quel momento è in corso un’intolleranza al lattosio, ma non può stabilire se si tratta di un’intolleranza transitoria oppure se è permanente: per scoprirlo bisogna effettuare il test genetico. Anche in questo caso si tratta di un esame non invasivo, infatti generalmente viene prelevata solo un po’ di saliva su un tampone in modo da poter studiare il Dna per verificare i nostri geni.

Intolleranza al lattosio: cosa mangiare e cosa no

Naturalmente in base ai risultati dei test occorre vedere un medico, in grado di stabilire una giusta dieta in base alla diagnosi precisa.

Esistono però delle tabelle alimentari che aiutano a districarsi nella scelta di alimenti più o meno indicati in caso di intolleranza, anche perchè non tutti i latticini sono uguali e soprattutto non tutti i latticini contengono lattosio.

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Ad esempio se come me amate i formaggi stagionati, la buona notizia è che il parmigiano ben stagionato è del tutto privo di lattosio, e formaggi come grana, gorgonzola, brie, fontina, taleggio, percorino, ne contengono così poco che generalmente non creano disturbi. Insomma, fonduta come se non ci fosse un domani! Ah, la brutta notizia? Il vostro nutrizionista non ne sarà per nulla contento (e probabilmente nemmeno i vostri fianchi).

Al contrario, formaggi freschi come la mozzarella, i fiocchi di latte, la ricotta, la robiola sono particolarmente ricchi di lattosio quindi è più probabile che causino problemi.

formaggio intolleranza al lattosio

Si può “controllare” l’intolleranza al lattosio?

Purtroppo non è sempre facile sapere quali alimenti contengono lattosio – per dire, è presente in alcune varietà di funghi e cipolle, dolci, prodotti da forno, salse, addirittura nel prosciutto cotto e in alcuni tipi di wurstel ed è spesso usato anche nei farmaci – e, soprattutto se si mangia spesso fuori, tenere sotto controllo la proprio dieta può diventare davvero complicato. Io me ne sono resa conto non tanto su di me (credo di avere la capacità di digerire anche i sassi), quando su mia madre che a seguito di alcuni problemi di salute è diventata intollerante al lattosio (quindi intolleranza di secondo livello, cioè transitoria): inutile dire che stare male quasi sistematicamente dopo aver mangiato peggiora di molto la qualità della vita e non è facile nemmeno controllare ogni volta gli ingredienti di qualsiasi cosa si compri.

Diventa quindi particolarmente utile assumere un integratore di lattasi, che va proprio a “integrare” la scarsa quantità di lattasi prodotta dal nostro organismo e lo aiuta a digerire correttamente il lattosio.

Questo è esattamente quello che fa il nuovo LactoHELP® 5.500 FCC: la lattasi contenuta nell’integratore va a colmare le carenze della nostra lattasi e quindi agisce scomponendo il lattosio ingerito (che, vi ricordo, è un tipo di zucchero complesso), in due elementi più semplici da digerire, il glucosio e il galattosio.

E’ sufficiente assumere due compresse di LactoHELP 5.500 FCC prima di consumare latte o altri prodotti contenenti lattosio per poter gustarsi i pasti senza preoccupazioni e senza dover temere di incorrere in disturbi dolorosi e a volte anche imbarazzanti. Entro certi limiti è possibile aumentare la dose a seconda del proprio fabbisogno, perchè si tratta di un prodotto estremamente tollerabile che non ha effetti collaterali noti. Tra l’altro non contiene nemmeno glutine, quindi è adatto anche a chi ha problemi di celiachia.

Come tutti gli integratori – non mi stancherò mai di ripeterlo – non va assunto a caso: pur non essendo soggetto a prescrizione medica, è sempre raccomandato rivolgersi ad un medico: l’integratore aiuta a digerire il lattosio, ma non tutte le persone hanno il medesimo livello di intolleranza e questo lo può stabilire solo una diagnosi medica, in grado di indicare anche una dieta corretta.

Per completezza, vi segnalo la lista degli ingredienti di LactoHELP 5.500; ogni compressa contiene: Lattasi (76 %), agente di carica: cellulosa microcristallina, antiagglomerante: polivinilpirrolidone, estratto di riso; antiagglomeranti: diossido di silicio, sali di magnesio da acidi grassi alimentari.

LactoHELP 5.500 si trova in farmacia ed è disponibile in due formati: la confezione da 40 compresse ha un prezzo di circa 15€, mentre la confezione da 100 compresse ha un prezzo di circa 25€.

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View Comments (6)
  • Purtroppo bisogna stare molto attenti anche ai bambini. Mio figlio all’età di due anni ha avuto delle serie e complicate reazioni al latte vaccino. Purtroppo abbiamo dovuto eliminarlo per molto tempo e, successivamente, lui spaventato non lo ha più voluto assumere

    • Ma quindi si trattava solo di intolleranza o di allergia? Potrebbe valer la pena fare dei test di approfondimento, perchè se si tratta di intolleranza è comunque superabile senza dover rinunciare a troppe cose.

  • Io ho il dubbio di essere diventata leggermente intollerante nel tempo, puro mi da noia, ma se per esempio è nei biscotti non ho problemi. Comunque sebbene “solo” vegetariana, ho eliminato i latticini quasi del tutto e per il momento non credo farò test di intolleranza

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